Noi siamo tra quelli che considerano l'8 settembre 1943 una data importante, da ricordare per i suoi aspetti dolorosi, rappresentati dall'inizio della deportazione politica, operaia e della Shoah sul territorio italiano, ma anche per aver consacrato la fine di una fase storica altamente deprecabile, rappresentando, al tempo stesso, l’inizio del riscatto e della Resistenza armata contro il nazifascismo. Il Presidente Carlo Azeglio Ciampi ricordava che
l'8 settembre non è stata la morte della patria, semmai il contrario. Il primo atto della Resistenza, di un'Italia libera dal fascismo, fu la decisione dei nostri soldati di non cedere ai tedeschi a Cefalonia.
Ricordare l'8 settembre a distanza di 75 anni significa tenere viva la Memoria in una fase in cui l'Europa e l'Italia sono ancora attraversate dal ripresentarsi di movimenti neofascisti e neonazisti e da una pericolosa deriva razzista, xenofoba e antisemita.
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