LA MEMORIA BATTE NEL CUORE DEL FUTURO
L’ANPI fa appello a tutte le italiane e a tutti gli italiani affinché il 25 aprile scendano nelle
piazze a festeggiare la Liberazione, a ritrovarsi uniti e appassionati attorno alle radici
autentiche della nostra democrazia e del futuro: Antifascismo, Resistenza, Costituzione. A
raccontarle a chi non sa o ancora non vuol sapere, ai distratti, agli indifferenti, a chi non
smette di strumentalizzare questo giorno facendone mero strumento di cieca e violenta
propaganda. Vi è stato chi ha attaccato la nostra Associazione e il suo Presidente
Nazionale, con argomenti infondati e inaccettabili e addirittura con insulti e accuse
di “fascismo” su una specifica questione politica fino a sostenere che non
dovremmo celebrare la festa del 25 aprile: facciamola quindi più grande e più
partecipata per ribadire con forza la nostra volontà di contribuire al “riscatto” del
Paese e il significato profondo della guerra di Liberazione e della inedita
partecipazione di tanta parte del popolo italiano.
Ricordiamo che l’unità di forze diverse tra loro, con un impegno e una generosità
straordinari, condusse il Paese fuori dal baratro della dittatura nazifascista, inaugurando
una stagione di grande entusiasmo e rigenerazione civili, destinata ad approdare ad una
Costituzione tra le più avanzate del mondo. E cerchiamo di ritrovare quell’impulso, quel
prendersi per mano, con fermezza e intelligenza, per intraprendere sentieri comuni,
imprescindibili.
Ricordiamo i partigiani, forti di cuore e di coraggio, forti di amor di Patria e di sogno:
democrazia e socialità, col concorso responsabile di ognuno, ogni giorno.
Ricordiamo la loro aspirazione più profonda alla pace, al dialogo, all’uguaglianza, alla
giustizia. Prendiamoci cura della memoria di queste donne e uomini della libertà,
teniamone in vita virtù e tensione morale, difendiamoli dal revisionismo, dalla
strumentalizzazione e dall’indifferenza.
Ricordiamo i tanti militari che dissero no al fascismo risorto dopo l’8 settembre ’43 e per
questo pagarono il prezzo altissimo e tragico della deportazione e della morte. Ricordiamo
tutti coloro che vollero resistere alla sopraffazione, anche senz’armi: la nostra Repubblica
è fondata sul loro sacrificio.
Ricordiamo il contributo del popolo, che tanto diede ai partigiani, nutrendoli, offrendo loro
un riparo, un conforto; spesso restando nell’anonimato e correndo pericoli gravissimi per
sé e per le proprie famiglie.
Portiamo in piazza le “Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana”,
leggiamole, facciamole conoscere, sono il miglior antidoto all’imbarbarimento politico e
sociale.
Portiamo in piazza la parte migliore dei cittadini; quella che non cede al disincanto e alla
indifferenza, quella che è ancora capace di indignarsi di fronte alla decadenza morale ed
alla corruzione diffusa; quella che aspira ad una democrazia vera, fatta di uguaglianza e
socialità. Quella che vuole portare avanti i sogni, le speranze, le attese di tutti coloro che
combatterono e si impegnarono per la libertà.
Sarà così una grande festa di popolo, in cui la memoria si unirà alla riflessione,
all’impegno antifascista, alla volontà di uscire dalla crisi con un avanzamento generale
della nostra società e della democrazia, nella riaffermazione dei valori di fondo della
Resistenza e della Costituzione.
17 aprile 2012